Leggende metropolitane da sfatare
In Italia, la professione della Virtual Assistant (o Assistente Virtuale) si sta diffondendo sempre di più.
Cresce l’offerta, ma cresce anche l’interesse da parte di imprenditori, siano essi titolari di aziende strutturate o liberi professionisti senza dipendenti.
La pandemia ha dato una forte spinta alla diffusione dei lavori da remoto, ma col crescere dell’interesse, sono aumentate anche le domande e i dubbi che in alcuni casi impediscono a imprenditori e professionisti di avviare una collaborazione con una Virtual Assistant, perdendo così la possibilità di investire in una straordinaria soluzione a favore della crescita del proprio business.
Anche tu hai dubbi su questa professione?
Perché non proviamo a sfatare alcuni falsi miti e leggende metropolitane?
1) Le Virtual Assistant offrono “solo” servizi di segreteria online
Molte persone sentono il termine "Assistente Virtuale" e pensano ad un’assistente amministrativa o personale, e qui si fermano.
In realtà, le Assistenti Virtuali possono svolgere tutta una serie di compiti a supporto delle aziende.
Ecco alcune delle attività che puoi delegare:
organizzazione d’ufficio
segreteria generale
contabilità
trascrizione/traduzione
gestione appuntamenti
progettazione grafica
editing audio/video
progettazione/gestione siti web
contabilità
gestione social media
data entry
correzione di bozze, scrittura ed editing
Ricorda che una V.A. non è una mera esecutrice di compiti, ma una professionista che, capite le tue esigenze, saprà svolgere le attività affidate con professionalità, aiutandoti a trovare le giuste soluzioni per raggiungere i tuoi obiettivi.
2) Una Virtual Assistant è più costosa di un’assistente interna
Se stai pensando di non poterti permettere una V.A., solo perché il costo orario risulta più alto di quello di un dipendente, considera che:
una V.A. è una libera professionista che lavora principalmente per obiettivi e i costi dei suoi servizi variano notevolmente e dipendono dal tipo di attività che si sta delegando e dal tipo di modalità scelta (a ore, a pacchetto, a forfait);
una V.A., a differenza di un dipendente, può essere pagata solo per il tempo di cui hai bisogno;
un dipendente a tempo pieno comporta costi ulteriori quali tasse, malattia, ferie, TFR, formazione. Una V.A., invece, in quanto libera professionista si occupa di tutte le sue spese (strumentazione, tasse, assicurazione), investendo personalmente anche in formazione continua, per rimanere sempre aggiornata e per offrire un servizio sempre più completo e di qualità.
Se hai ancora qualche dubbio su questo punto, ti invito a leggere il post di Barbara Adami “Quando collaborare con un’Assistente Virtuale può farti guadagnare?”
3) Il lavoro richiede più tempo per essere completato perché viene delegato all’esterno
Una V.A. è un’imprenditrice, una professionista e sicuramente non potrebbe mai perdere volontariamente tempo su un progetto, poiché sono in gioco la sua attività e la sua reputazione. Anzi, è più probabile che lo porti a termine più velocemente e con standard più elevati rispetto ad un dipendente interno.
Fondamentale è la definizione delle attività e delle scadenze a inizio collaborazione
4) Il suo operato non può essere controllato se non lavora fisicamente in azienda
Questo punto si ricollega un po’ al precedente.
Se non sei qui, non ti vedo mentre lavori e se non ti vedo non posso sapere se stai veramente lavorando e se lo stai facendo bene.
In realtà esistono moltissimi strumenti per tracciare lo stato avanzamento lavori.
Una V.A. qualificata sarà la prima a proporteli, offrendoti report giornalieri, settimanali, mensili, a seconda delle tue necessità, dei tempi e degli obiettivi che vi siete fissati.
Inoltre, possono sempre essere fissate, fin dall’inizio della collaborazione, delle call di allineamento e di verifica periodiche.
5) In caso di urgenze rintracciare un esterno è sempre complicato
Nel mondo del lavoro ormai il pensiero costante delle persone è “non ho tempo” e quando arriva un imprevisto o un’urgenza non sappiamo come gestirla.
E l’ansia aumenta se mi immagino di dover rintracciare la mia collaboratrice che non è in azienda, ma lavora da remoto e si dedica anche ad altri clienti.
Prima di tutto un bel respiro.
La parola d’ordine è: organizzazione.
Una V.A. ti aiuterà anche a gestire questo genere di situazioni, consigliandoti software e soluzioni. Avrà sicuramente una policy che comprende anche la gestione della comunicazione e delle eventuali urgenze.
Come vedi, non c’è nulla di cui preoccuparsi.
E ora che questi miti sono stati sfatati, perché non pensare ad avviare una collaborazione?
Se non sai da dove iniziare, il post di Cristina Rosamilia “Le domande da farti prima di assumere una V.A.” ti tornerà sicuramente utile.
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